Il danno alla persona rientra nel complesso, controverso settore che valuta la natura e l’entità delle conseguenze – di carattere fisico e psicologico – connesse ad eventi di natura dolosa o colposa, al fine di giungere a un risarcimento economico che possa compensare, in qualche modo, il danno provocato.
Il codice prevede due tipologie di danno, patrimoniale e non patrimoniale. Nel primo caso, l’entità del danno viene calcolata, appunto, in relazione alla diminuzione patrimoniale che la persona ha subito, attraverso la perdita di beni o di situazioni per sé vantaggiose e prevede, quindi, un risarcimento calcolato in base al criterio del reddito della persona lesa. Il danno non patrimoniale – che indica la sofferenza, non solo fisica, della persona, il dolore e le conseguenze causati dall’azione subita – può essere risarcito solo quando l’azione che l’ha prodotto costituisce un fatto illecito.
Si considerano relativi a quest’ambito gli eventi traumatici, le situazioni di stalking, mobbing, gli incidenti e tutte le situazioni in cui la persona si trova a sviluppare un malessere psicologico ed esistenziale. La dottoressa Messina valuta, in questi casi, la presenza e l’entità del danno, che andrà eventualmente risarcito